Eccoci con il consueto recap dei libri consigliati dalla nostra newsletter TURING vs ASIMOV negli ultimi numeri del 2024. Idee da mettere sotto l’albero, tra fisica, matematica, tecnologia, videogiochi e fantascienza.

TechGnosis: Myth, Magic & Mysticism in the Age of Information di Erik Davis cerca di utilizzare il fil rouge del pensiero gnostico per collegare i culti, più o meno mistici, della ricerca della conoscenza attraverso la tecnica.
Il percorso parte da lontano, toccando brevemente Grecia e antico Egitto, si sofferma in modo interessante sul periodo dell’elettromagnetismo e arriva fino agli anni 2000 (il libro è del 1998).
Tutto si tiene, da Erone a Steve Jobs, passando per Philip K. Dick e i culti psichedelici degli anni Settanta. In alcuni momenti sembra di leggere un tratto de “Il pendolo di Foucault”, ma è comprensibile perché l’autore cita esplicitamente il romanzo di Eco.
Bella tesi anche se volutamente forzata e probabilmente in parte provocatoria.
Ha ancora qualcosa da dire, nel 2024, il classico “On Growth and Form” di D’Arcy Thompson?
Probabilmente ancora molto come critica al riduzionismo. Può forse anche essere utile a chi vede questi primi anni della moderna AI.
“On Growth and Form”, del 1917, è considerato uno dei punti di partenza della allora nuova biologia matematica. La forma e la sua dinamica si emancipano dal substrato.
Anche nella moderna AI la forma si sta emancipando dal substrato.
Rileggere un classico come questo è sempre utile per capire meglio il presente. Anche senza questo alto obiettivo, rimane un’ottima lettura.


L’articolo scritto quest’anno da Stephen Wolfram propone, tra i vari temi, un potenziale incrocio tra la moderna intelligenza artificiale e gli automi cellulari.
Gli automi cellulari hanno una storia interessante, ma sono certamente démodé da circa 30 anni. Moda a parte, sono però affascinanti e fanno incontrare matematica, computer science e filosofia.
Sicuramente il tema – nato dagli studi di Ulam e von Neumann cent’anni fa – ha ancora molto da dire.
Per chi vuole avere una base che permetta di leggere con soddisfazione l’articolo di Wolfram, un buon punto di partenza è The Mathematics of Cellular Automata, scritto da Jane Hawkins. Il libro cerca di essere rigoroso ma predilige la leggibilità. Un approccio intelligente per un argomento non solo tecnico.
La storia della fisica contemporanea è un esempio di come tecnologia e soldi non siano sufficienti a sopperire alle carenze teoriche (vedi quanto accade per l’intelligenza artificiale?).
Bankrupting Physics di Alexander Unzicker è una critica alla moderna fisica (focalizzata principalmente su astrofisica e fisica teorica) che espone la fragilità di queste teorie.
La tesi principale è che la fisica degli ultimi 50 anni almeno, abbia generato e inflazionato teorie sghembe e in buona parte non confutabili.
Secondo Unzicker siamo in una sorta di bolla speculativa della fisica che non sta portando in nessuna direzione precisa. Tesi condivisibile, disarmante e trasportabile in molti altri settori.
Ignorando la componente “agiografica” che permea la maggior parte dei libri scritti da fisici, il libro è molto godibile, non troppo tecnico e interessante.


Il libro The Quiet Earth (1981) di Craig Harrison (da cui è stato liberamente tratto il film con l’omonimo nome del 1985) contiene un’interessante stratificazione di idee.
Ambientata in Nuova Zelanda, la storia inizia raccontando il risveglio del protagonista e la sua scoperta che le persone (e la maggior parte degli esseri viventi) sembrano essere scomparse. L’idea non è unica, ma trattata in modo interessante; si può ad esempio affiancare al libro Dissipatio H. G., almeno per la prima parte.
Uno dei temi principali è il mistero scientifico che collega il protagonista all’evento della scomparsa. Il libro però affronta anche altre tematiche e altre potenziali spiegazioni.
Due argomenti affascinanti e inattesi sono la cultura Maori e l’autismo, che sono trattati senza paternalismo e fluiscono in modo gradevole, creando un mix scientifico-metafisico.
Libro interessante che, dopo il 2020, ricorda anche quanto fosse Quiet the Earth durante il lockdown.
“Secrets of the Autistic Millionaire” è un libro singolare che parla di autismo, scritto da un autistico.
Il punto di vista è quello di un “neurodivergente” che ha lavorato in Microsoft negli anni di Windows 95 e ha creato un suo business diventando milionario.
Il libro è sia interessante per capirci qualcosa dello spettro autistico, sia come storia di business negli anni d’oro di Windows e del primo internet.
Un plus sta nel fatto che il libro è stato scritto da una persona della gen X e quindi non mostra gli strati di egocentrico melodramma spesso presenti nei racconti dei gen Z o Alpha 🙂 L’autore ha anche un famoso canale Youtube tech.


“Game Engine Black Book: DOOM” di Fabien Sanglard ha una qualità rara tra i libri che raccontano lo sviluppo e le caratteristiche tecniche di un videogame: è scritto bene.
Doom, uscito nel 1993, è stato un gioco realmente innovativo che ha segnato il cammino dell’industria dei videogiochi e ha definito il punto di partenza per un intero genere (ancora oggi è largamente predominante).
Il libro ripercorre la storia dello sviluppo del software senza calcare troppo sulla componente apologetica e, soprattutto, analizza molte componenti tecniche con un buon livello di dettaglio. Il focus riesce ad essere sempre sulle idee dietro allo sviluppo ma è più che soddisfacente dal punto di vista tecnico.
Sicuramente più apprezzato dalla Gen X, è molto interessante anche senza l’aiuto della componente di nostalgia.
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