I libri consigliati dalla nostra newsletter TURING vs ASIMOV nella seconda metà del 2025. Idee regalo per appassionati di scienza e fantascienza, filosofia, intelligenza artificiale, matematica e fisica.
“Rigor Mortis” scritto da Richard F. Harris è uno di quei libri da leggere che non andrebbero letti. Il libro rende espliciti i dubbi che può avere l’outsider del mondo della scienza medica e li rappresenta in modo formalmente accettabile e verificabile (qualcuno direbbe in modo scientifico).
Altri libri analoghi sono stati scritti rispetto ad altri settori scientifici (ad esempio Lost in Math di Sabine Hossenfelder). Il sottotraccia sembra essere un problema sistemico che porta il ricercatore comune a produrre spazzatura oltre che (si spera) qualcosa di interessante per procedere nella sua carriera.
Il problema è il professionismo? Forse. L’alternativa virtuosa però al momento è oltre l’orizzonte.


Per i lettori che hanno seguito un nostro vecchio consiglio di leggere “The Big Time” di Fritz Leiber, la lettura di “La guerra e i labirinti” è il passo successivo. In “The Big Time” (1958) l’autore introduce in modo già completo, filosoficamente interessante e con leggerezza, molti temi della fantascienza legata ai viaggi nel tempo. Ne “La guerra e i labirinti” vengono raccolti altri suoi racconti brevi che gravitano attorno a questa idea. Dato che il concetto di base poggia su una guerra temporale combattuta da un numero imprecisato di agenti, giustamente, la possibilità di racconti ancillari è molteplice. Leiber è capace, sia per virtù, sia perché viveva in un tempo forse migliore, di non appesantire il concetto ma di mantenerlo divertente. Ovviamente, per chi non ha letto ancora “The Big Time”, si consiglia di mantenere la corretta sequenza.
The Prestige di Christopher Priest è un mix tra Illusionismo e elettromagnetismo. L’elettromagnetismo è visto dal punto di vista del misticismo di Tesla (quello originale). La storia è interessante, anche se non cerca troppo di occultare il “mistero” che dovrebbe esserne il filo conduttore. Libro particolare, sicuramente meglio della sua trasposizione cinematografica. Se fosse stata una storia breve scritta da Borges, sarebbe stato, probabilmente, un semi capolavoro.


La teotecnocrazia dei miliardari come Elon Musk e Peter Thiel svolge un ruolo (forse importante, forse no) rispetto alle traiettorie delle big tech moderne.
Per capirci qualcosa ci sono diversi punti di partenza, alcuni più gradevoli, altri più noiosi o inquietanti. Per i neofiti, il consiglio è di iniziare da “Homo Deus: A History of Tomorrow” dello storico tecnofilosofo Yuval Noah Harari.
Il libro porta per mano dalla “nascita” dell’homo sapiens fino alle ipotesi della sua evoluzione in Homo deus. Leggero e pragmatico (molto americano in questo senso) con spunti molto interessanti.
E interessanti da leggere sono le previsioni sul futuro prossimo. Il libro è scritto nel 2015, quindi temi come pandemie e AI sono direttamente verificabili. L’autore, ad esempio, attribuisce al progetto dell’assistente virtuale Cortana di Microsoft (ve lo ricordate?) una potenziale traiettoria più consona a ChatGPT.
L’unico consiglio è di non farsi troppo suggestionare, perché il libro tende a dare risposte relativamente semplici a problemi complessi.
“God & Golem, Inc.” (1964) è un libro conciso e interessante del matematico Norbert Wiener, scritto in un periodo in cui era attivo ricercatore in cibernetica. Wiener chiaramente intuisce già molte delle tendenze tecnologiche attuali.
Il libro mette in parallelo il pensiero religioso del passato con le potenzialità future dell’intelligenza artificiale.
Un tema centrale è l’esplorazione di come le macchine possano, in futuro, assumere un ruolo di “creatori”, in modo simile a Dio nella Bibbia o agli esseri umani.
Wiener affronta anche la possibilità che una creatura artificiale possa superare il suo creatore, proponendo un’analogia poco utilizzata del concetto di gioco. Quindi la lotta tra Dio e il Diavolo, sua creatura, come letterale partita a scacchi tra un giocatore umano e un algoritmo.


Alcuni libri sembrano ancorati a un tempo specifico. Per alcune storie, il tempo specifico sembra essere nel futuro rispetto a quando vengono scritte. E.M. Forster scrive The Machine Stops nel 1909.
Il futuro è dominato dalla “macchina”, dove gli esseri umani hanno perso la conoscenza e l’interesse rispetto a ogni cosa. Nel suo essere essenziale, è più azzeccato di molte altre storie di autori più moderni.
C’è anche un tocco di una versione futuristica della caverna di Platone che rende più interessante la storia.
Lettura rapida e molto interessante.
Non è un monito. La strada è già stata percorsa.
A Project to Find the Fundamental Theory of Physics rappresenta un tentativo di rivoluzionare la fisica nelle sue basi teoriche.
L’autore, Stephen Wolfram, ha fatto di questo progetto l’ossessione della sua vita. La teoria si ispira agli automi cellulari, ma si sviluppa in un framework più generale basato sulla riscrittura di strutture discrete (ipergrafi dinamici). L’idea è che, a partire da regole computazionali semplici, emerga, nella loro evoluzione, una realtà fisica indistinguibile da quella in cui viviamo, almeno entro i limiti delle capacità sperimentali attuali.
Definire il progetto “ambizioso” è un understatement, ma l’idea ha alle spalle precursori illustri come von Neumann e Ulam.
Il libro affascinante sia da leggere che da sfogliare: più di 700 pagine ricche di grafici e visualizzazioni di strutture dinamiche prodotte dalle “vite simulate” degli automi cellulari.
Stimolante, anche se talvolta appare troppo influenzato dall’ego dell’autore e dal suo wishful thinking.

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