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I libri consigliati dalla nostra newsletter TURING vs ASIMOV negli ultimi numeri del 2023: idee regalo natalizie per appassionati di tecnologia, matematica, filosofia e intelligenze artificiali!

“L’unico metodo di governo che evita paradossi, incoerenze e manipolazioni è la dittatura”.
Ci sono diversi testi che espongono i vari problemi logici relativi ai metodi implementativi di una democrazia.
Le votazioni, passando da un concetto ideale ad una regola concreta, si scontrano ad esempio con il teorema dell’impossibilità di Arrow, che limita le proprietà ideali che si vorrebbero garantire alla regola di scelta.
Un bel libro, tendenzialmente non pedante, completo nei ragionamenti e molto godibile nel racconto storico è “La matematica della democrazia: Voti, seggi e parlamenti da Platone ai giorni nostri” di  George G. Szpiro. L’autore esordisce con “La Repubblica” di Platone e arriva alla modernità, passando per Raimondo Lullo e Lewis Carroll.
Libro molto godibile e destinato a chi si appassiona alla complessità che nasce quando si tenta di dare corpo a un concetto.  

È difficile inventare veramente qualcosa. Ad esempio i nuovissimi ChatGPT, Bard e simili sono, per fortuna o purtroppo, anticipati dalla fantasia di un divertente racconto di Primo Levi pubblicato nel 1966. Il racconto si intitola “Il Versificatore” ed è contenuto nel libro “Storie naturali”.
Libro rapido, divertente e intelligente.

Lo stato dell’unione” di Tullio Avoledo (2005) è un libro che può provocare reazioni contrastanti.
È una storia fantapolitica con sprazzi di metafisica, scritta nel linguaggio degli anni 2000 o poco più.
Il protagonista è un pubblicitario con la carriera in declino cui viene fatta un’offerta da un gruppo politico regionale (di una regione del nord) di ideare e gestire la campagna per “dimostrare” che le origini locali sono celtiche.
In mezzo alla storia ci sono questioni che sanno di esoterico e metafisica (che è meglio non anticipare a chi vuole leggere il libro).
Il linguaggio è molto diretto e alcuni modi possono essere un po’ indigesti rispetto al lettore giovane moderno, dato che stridono con il “politically correct” del tempo di oggi.

Dare una definizione di scienza non è così facile come potrebbe apparire. Ipotizzando di averla, ci si accorge poi che la pseudo-scienza non è il complementare della prima.
Physics on the Fringe di Margaret Wertheim è un libro che approfondisce il tema delle teorie attorno a temi scientifici che emergono al di fuori della comunità scientifica ufficiale.
L’approccio è interessante, perché l’autrice è una collezionista di teorie (e storie di teorizzatori) attorno alla fisica (rigorosamente teorica).
Il libro è bello, perché mostra casi concreti (più o meno condivisibili) e ne valuta le motivazioni. Al lettore viene mostrato quanto sia sfumato il confine tra scienza ufficiale e pseudo-scienza.
L’unico punto fermo che sembra lasciare il libro è che la definizione moderna meno controversa (perché formale) di “scienza” sia “l’insieme delle teorie ideate dagli scienziati di professione in accademia”. La definizione non è garanzia di qualità. Definizioni più filosofiche o valoriali, però, sembrano tutte fallire.
Verità ultima che emerge dal libro è che per pensare ad una teoria scientifica ci vuole tempo e, quindi, non si può essere dilettanti e poveri.

Il libro “Psiche e natura” espone, dalla viva penna dell’autore Wolfgang Pauli (uno dei fondatori più illustri della meccanica quantistica), la sua affascinante fascinazione per il concetto di archetipo. Il libro esordisce con un breve scritto, dove Pauli analizza alcuni suoi sogni con spirito aperto ma rigoroso e con le tecniche dell’allora giovane disciplina psicanalitica freudiana in chiave junghiana. La parte centrale del libro è invece il suo saggio, comparso a fianco del saggio di Jung sulla sincronicità, che analizza il concetto di archetipo in Keplero.
L’obiettivo di Pauli è il valutare quanto gli archetipi abbiano una valenza euristica nel guidare il nascere delle idee scientifiche. Pauli in questo saggio riesce a fondere il rigore di un fisico quantistico e relativistico con la passione per la filosofia e la conoscenza dell’alchimia storica.  

La nave di Teseo è sempre la stessa nave, anche se tutte le parti che la compongono sono state sostituite? Il paradosso ontologico che si palesa nel libro “Who Goes There?” dell’autore scomodo John W. Campbell (da cui è stato tratto il film “The Thing” di Carpenter e anche “Horror Express”, con Christopher Lee e Peter Cushing) è uno degli elementi che rendono il racconto così interessante.
Nel racconto, “il mostro alieno” costruisce repliche di esseri viventi. Una delle angosce dei personaggi è proprio il domandarsi in cosa differisca il doppio dall’originale.
L’analogia forse funziona anche meglio pensando all’estensione del paradosso proposta da Thomas Hobbes, dove le parti sostituite vengono usate per costruire una seconda nave.
Se nella lettura ci si lascia prendere anche da questo pensiero, si riesce a provare, oltre all’angoscia dovuta alla natura claustrofobica del racconto, anche l’ansia di essere la copia di noi stessi che si replica e si cancella con il passare del tempo.

Esiste solitamente una certa distanza tra la scienza e la sua rappresentazione. Il punto di vista canonico/accademico tende, nella sua legittima difesa, a nascondere le ombre che, alle volte, sono più affascinanti delle luci.
Nel libro del filosofo della scienza Mathias Frisch, “Inconsistency, Asymmetry, and Non-locality: A Philosophical Investigation of Classical Electrodynamics” viene esposta l’inconsistenza dell’elettromagnetismo classico dal punto di vista logico.
Il libro mostra quanto uno dei cardini della fisica moderna sia un gigante dai piedi di argilla. La tesi è che però questa particolare argilla sia particolarmente resistente e che l’inconsistenza non sia una patologia terminale. Il libro crediamo possa trovare affascinati e spiazzati anche una parte degli studiosi che seguono la nostra newsletter e il nostro blog.


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